Chi Siamo
Siamo cittadini, persone, lavoratori che hanno una propria storia di vita, di lavoro e di lotte che ci connotano e che hanno dato vita ad un giornale che si è rivelato prezioso strumento di conoscenza, di dibattito e di supporto alle varie mobilitazioni di lotta; abbiamo in comune i desideri di conoscere, discutere e lottare per una mondo più equo e che sappia riconoscere i valori del lavoro, della democrazia, della partecipazione e del diritto.
Veniamo da lontano e dopo aver lavorato una vita per difendere e sviluppare i diritti dei lavoratori ed aver raggiunto il meritato traguardo della pensione non hanno alcuna intenzione di stare a guardare, rivolgendo la propria attività di volontariato verso il sociale anche da pensionati.
Il mondo sta andando alla rovescia proprio perché sotto attacco sono finiti i diritti dei lavoratori e le tutele di natura sociale che con tante difficoltà abbiamo contribuito a conquistare.
Cosa Vogliamo
Anche le pensioni, così come, l’istruzione, la sanità ed il welfare in generale, sono continuamente attaccate e negli ultimi trent’anni hanno attraversato ben 10 Controriforme, portate avanti dai governi di destra e di sinistra, senza dimenticare il contributo determinante dei governi tecnici ed in molti casi con il sostegno dei sindacati (CGIL -CISL – UIL in particolare) che hanno finito con il far perdere il potere d’acquisto delle pensioni.
Quel che è più grave è proprio la perdita del concetto del diritto Costituzionale alla pensione pubblica per trasformarla in vera e propria assicurazione privata in una logica fortemente voluta dalla cultura neo liberista.
La pensione infatti non è più quel diritto costituzionale (art. 36) che dovrebbe garantire a tutti i lavoratori “una vita libera e dignitosa per se e per la propria famiglia” in funzione della “quantità e qualità del lavoro effettuato”, ma con l’introduzione del calcolo contributivo è diventata un’assicurazione proporzionata ai contributi versati.
I contributi versati vengono rivalutati con una complessa formula che non è più legata al lavoro, ma all’andamento del PIL, alle aspettative di vita e ad altre variabili assai discutibili e di dubbia legittimità costituzionale.
Certo chi può permettersi alti stipendi e di pagare alti contributi avrà una lauta pensione (ovvero una pensione d’oro) ed infatti si danno un gran da fare per convincerci quanto sia giusto il contributivo; mentre chi fa fatica, chi ha un lavoro precario, chi pur lavorando ha problemi ad arrivare a fine mese, avrà una misera pensione.
Il futuro delle giovani generazioni che vedranno sommate tutte le peggiori condizioni del lavoro precario e sistema di calcolo pensionistico vengono condannate a condizione di vita inaccettabili.
La spinta a sottoscrivere pensioni integrative (ammesso poi che i ridotti ed intermittenti redditi da lavoro lo consentano) sostenuta dal mondo imprenditoriale e dai sindacati, sono dei palliativi insignificanti di fronte a quello che sta accadendo alla pensione pubblica.
Ma c’è di più… se per i giovani si prospetta una condizione assolutamente incerta, agli anziani non è che vada meglio. Infatti le pensioni sono state sganciate dalla dinamica salariale ed anche la difesa del potere d’acquisto attraverso la PEREQUAZIONE (la scala mobile delle pensioni) ha subito un blocco e notevoli tagli che hanno effetti ultrattivi permanenti.
Abbiamo tanti motivi per sostenere mobilitazioni unitarie tra lavoratori e pensionati e per riaffermare i valori del lavoro e della solidarietà che si sono perduti a discapito della voracità del sistema finanziario che fa sparire tutte le risorse prima ancora che possano produrre effetti sull’economia reale.
Oltre alla lotta al contributivo e per il ripristino della giusta perequazione, il terzo asse di mobilitazione è da anni rappresentato dal Sistema Sanitario Nazionale che, proprio in questi ultimi dieci anni, ha subito i tagli più pesanti con effetti devastanti sulla copertura territoriale e sulla quantità dei posti letto disponibili; questioni tornate adesso all’attenzione di tutti a causa dell’emergenza pandemica del Covid – 19, ma che seguivano già da molto tempo la perversa logica di privatizzazione del servizio pubblico che noi abbiamo combattuto insieme alle varie associazioni e comitati che si sono mobilitati in difesa degli ospedali e della salute pubblica.
Lo schema di attacco alla sanità pubblica è lo stesso che è stato “sperimentato” con le pensioni: abbattere le tutele del pubblico e insinuarsi con i fondi di sanità integrativa (sic!) che non servirà a curarci meglio, ma che garantirà lauti profitti al mondo della finanza. Non glielo permetteremo!
PENSIONATI UNITI PER LA PENSIONE PUBBLICA non è quindi solo un giornale che proponiamo a tutti i pensionati di qualsiasi estrazione culturale, sociale e politica che hanno l’ambizione di essere artefici del proprio futuro, ma vuole anche essere uno strumento di dialogo intergenerazionale ed intersindacale per unificare le lotte dal basso ed unire il fronte dei pensionati oggi facile preda di enormi interessi economici.
UNITI VINCEREMO…