Informativa

COME SI VA IN PENSIONE NEL 2020

La legge di stabilità 2020 è stata approvata in via definitiva tra mille difficoltà per la tenuta dei conti.Riteniamo si sia persa l’occasione di cambiare il segno alla politica fiscale e dare efficacia alla lotta all’evasione; l’unica maniera per trovare le risorse necessarie per conseguire maggiore equità fiscale e una politica di welfare degna di questo. Dare la caccia ai 120 miliardi di tasse evase annualmente nel nostro Paese dovrebbe essere il compito primario di ogni Governo, a maggior ragione di coloro che lo intendono fare nel segno cambiamento. Sul tema specifico delle pensioni, poi, siamo ancora molto lontani dal superamento della Legge Monti – Fornero e dalla soluzione definitiva per gli esodati, mentre persiste il dilagare del sistema di calcolo contributivo, permangono i privilegi, i cumuli pensionistici e le storture generate dal sistema contributivo, persistono gli effetti nefasti dell’aspettativa di vita che allunga l’età pensionabile e riduce gli importi pensionistici; tutte situazioni che da un lato riducono i diritti dei tanti lavoratori e che dall’altro lato conservano i privilegi che non vengono proprio scalfiti neppure dal dibattito politico.

Per loro la pensione è un’assicurazione, non un diritto costituzionale. Per quanto riguarda la perequazione, poi, siamo all’anno zero; una situazione che comincia davvero ad essere insostenibile per il divario che si viene a creare tra il valore delle vecchie pensioni e quelle nuove riferite a lavoratori della stessa categoria e che viene spesso richiamato nelle sentenze della Corte Costituzionale.

Il provvedimento di legge che doveva rendere strutturale un nuovo sistema pensionistico per tenere conto delle diverse situazioni oggettive in cui si svolgono le attività lavorative (i lavori non sono tutti uguali) e che doveva evitare nuove ingiustizie, non sembra proprio seguire il 

binario giusto e la crisi sanitaria che se è sovrapposta a quella economica potrebbe ribaltare nuovamente il già traballante tavolo delle trattative.

In questa situazione appare molto probabile un ulteriore balzo all’indietro verso il sistema contributivo e le pensioni complementari di natura privatistica… Esattamente il contrario di quello che andrebbe fatto.

PEREQUAZIONE 2020 DEFINITIVA

La pensione è un diritto costituzionale e per definizione doveva seguire le dinamiche contrattuali salariale dei lavoratori perché si tratta di Salario Differito!

In effetti, tra le tante riforme che ha subito il nostro sistema pensionistico, si è provato a cancellare questa semplice locuzione e comunque per difendere il potere d’acquisto delle pensioni si è pensato di sostituire l’aggancio ai salari con la PEREQUAZIONE che non è altro che la “scala mobile” delle pensioni. Nel tempo gli adeguamenti al costo della vita sono passati frettolosamente da trimestrali a semestrali, per finire a diventare annuali e successivamente anche in forma ridotta con perdite di potere d’acquisto reale.

La Perequazione 2020

RIVALUTAZIONI ANCORA PIÙ MISERE DELLE PREVISIONI

Contrariamente a quanto previsto e annunciato nel numero precedente di “le lotte dei pensionati”, il tasso di rivalutazione delle pensioni inizialmente stimato in 0,60% è stato fissato in 0,40%. Il dato è definitivo e pubblicato sulla gazzetta ufficiale e determinerà gli incrementi pensionistici a partire dal 1 gennaio 2020.

L’incremento già poco significativo nelle iniziali previsioni è stato quindi ulteriormente ridotto. Anche i sindacati confederali si sono finalmente accorti dell’ingiustizia che si è creata per effetto della mancata perequazione pregressa, perché continuerà a perpetuare i suoi effetti anche in futuro, ed hanno rilanciato il tema nella manifestazione di novembre scorso dalla quale risuonavano tutte le rivendicazioni che da anni echeggiano sulle pagine di questo giornale.

Bene quindi la mobilitazione, ma considerati i risultati è necessario dare continuità a quelle rivendicazioni di piazza per riuscire a dare una qualche risposta concreta.

Ma vediamo in concreto cosa accade alle nostre pensioni dopo i provvedimenti che il Governo ha

previsto per il 2020.

Incrementi:
  • la pensione minima si passerà dagli attuali 513,01€ a 515,07€ mensili: l’importo annuo sarà quindi paria 6.695,91€.

  • La pensione sociale, spettante a coloro che compiono i 67 anni e che si trovano in una particolare condizione di reddito familiare, passerà da 457,99€ a 459,83€.
  • I trattamenti riconosciuti agli invalidi civili: sia l’assegno di invalidità che la pensione di inabilità civile passano, dagli attuali 285,66€, a 286,80€.
  • a differenza del passato le pensioni lorde saranno rivalutate integralmente sino a 4 volte il minimo,
  (vedere tabella a margine) mentre per quelle superiori avranno un incremento ridotto secondo lo schema di riduzione ormai consolidato, ma pur sempre oggetto di contenziosi che seguiamo con particolare attenzione.

REVERSIBILITÀ

IMPORTI DEI LIMITI DI REDDITO COMPLESSIVO

L’ultimo tassello della pensione come diritto costituzionale è la reversibilità ai superstiti proprio perché la pensione deve garantire ai lavoratori ed ai suoi familiari una vita dignitosa. Per questa ragione viene concepita la pensione di reversibilità che viene riconosciuta alle vedove/vedovi delle lavoratrici/lavoratori ed ai loro figli con particolari condizioni previste dalla legge.

Nel caso in cui la persona che percepisce la reversibilità aggiunga ad essa altri redditi, l’assegno pensionistico subisce una decurtazione. La normativa specifica risale al 1995 con alterne vicende legate ai contenziosi aperti a seguito della previsione di decurtazione degli assegni, anche se nel tempo non vi sono stati cambiamenti salvo gli aggiornamenti istat.

Nel tabella pubblichiamo gli aggiornamenti all’ultima legge di bilancio.